- Donazione di plasma (Plasma-Aferesi)
- Donazione di piastrine (Piastrino-Aferesi)
E' la classica donazione di sangue. Consiste essenzialmente in un prelievo
di sangue di 450 ml + 10% ed è fonte anche di una certa quantità
di plasma e di piastrine.
Può donare sangue chiunque abbia un'età tra i 18 e i
65 anni, pesi più di 50 Kg, goda buona salute e non abbia avuto
o corra il rischio di contrarre malattie virali come le epatiti e l'AIDS.
Tra due donazioni di sangue intero deve intercorrere un intervallo di almeno
tre mesi per gli uomini e per le donne in menopausa, di sei mesi per le
donne in età fertile. Si può effettuare la donazione di sangue
presso tutte le strutture trasfusionali; un accurato controllo medico garantisce
l'assoluta innocuità per il donatore. Il sangue intero non viene
somministrato come tale ai pazienti, ma viene preventivamente separato
in laboratorio nei suoi componenti: plasma, piastrine e globuli rossi concentrati.
Questo procedimento avviene senza aprire la sacca di raccolta, pertanto
mantenendo la più assoluta sterilità. La separazione del
sangue intero consente un più razionale utilizzo della donazione
in quanto consente di indirizzare ciascun componente verso il paziente
che più ne ha bisogno, così chi è carente di piastrine
riceverà solo piastrine, chi di globuli rossi riceverà solo
globuli rossi; il risultato è che più pazienti possono beneficiare
di una singola donazione.
La donazione di solo plasma mediante l'uso di apparecchi detti "separatori
cellulari" ha lo scopo di rispondere più concretamente alla crescente
domanda di plasmaderivati (albumina, globulina, fattori della coagulazione)
indispensabili per la cura di molte malattie (emofilia, carenze di anticorpi,
malattie del fegato etc.). Attualmente, per tali medicamenti, l'Italia
dipende dall'estero per circa il settanta per cento. Chi può donare
sangue può donare anche plasma. Si può donare plasma anche
ogni quindici giorni, ma solo in servizi e centri appositamente attrezzati.
L'aferesi è una tecnica che permette di ottenere dal donatore solo
un componente del sangue con l'aiuto di un'apposita macchina. Questa estrae
il sangue intero da una vena dell'avambraccio, come nella donazione tradizionale,
lo immette in un circuito sterile monouso e mediante un processo di centrifugazione
e filtrazione lo separa consentendo la raccolta degli emocomponenti desiderati:
plasma e piastrine. I globuli rossi, che contengono il ferro e l'emoglobina,
vengono restituiti al donatore.
Questa tecnica, che permette una donazione più moderna, è
per noi di notevole utilità perché ci permette di ottenere
da un donatore una buona quantità di un singolo emocomponente; l'aferesi
offre dei vantaggi anche al donatore che non viene così impoverito
periodicamente di ferro, come avviene invece nella donazione di sangue
intero. Per questo motivo la donazione per aferesi viene consigliata in
primo luogo ai donatori per i quali sussistono una o più controindicazioni
alla donazione di sangue intero. Il plasma entro sei ore dal prelievo deve
essere congelato, con questo metodo è possibile conservare il plasma
fino a 12 mesi. Il plasma può essere somministrato come tale oppure
essere lavorato dai laboratori farmaceutici per la produzione di albumina,
immunoglobuline e fattori della coagulazione, sostanze non producibili
in altro modo se non dal plasma umano e necessarie per la sopravvivenza
di molti pazienti che ne sono carenti. E' doveroso segnalare che la donazione
per aferesi è più lunga della tradizionale donazione di sangue
intero.
Con l'impiego dei "separatori cellulari" si può donare anche
la componente piastrinica del sangue allo scopo di ottenere da un donatore,
senza causargli alcun danno, una quantità terapeuticamente efficace
di piastrine per il trattamento di gravi emorragie e per la preparazione
al trapianto di midollo. I requisiti per donare piastrine sono gli stessi
che per il
sangue e il plasma. Si può donare piastrine anche sei volte
in un anno, presso servizi e centri attrezzati, e senza danno alcuno. Tra
una donazione di piastrine ed una di sangue devono trascorrere quattordici
giorni mentre tra una donazione di sangue e una di piastrine sono necessari
trenta giorni (così come previsto dalla legge). Le piastrine sono
gli elementi più piccoli presenti nel sangue, in numero da 100 a
400 mila per mmc, hanno una funzione importante nella coagulazione del
sangue e hanno una vita media molto breve, circa una settimana per cui
non è possibile immagazzinarne grandi scorte in quanto si correrebbe
il rischio di vederle "scadere" e di non poterle più utilizzare.
I pazienti con poche piastrine (meno di 10.000 per mmc) rischiano emorragie
in organi vitali (cervello) che possono determinare gravissime conseguenze.
Agli inizi della terapia trasfusionale, il sangue veniva prelevato in
flaconi di vetro e trasfuso al paziente senza essere separato nei suoi
componenti principali (globuli rossi, plasma e piastrine) indipendentemente
dalla patologia di cui il paziente era affetto. In questo modo si
determinava uno spreco degli emocomponenti di cui il paziente non necessitava.
Nacque così
l'esigenza di separare il sangue; la moderna terapia trasfusionale,
infatti, utilizza solo il componente che serve e risparmia gli altri (i
globuli rossi per le anemie, il plasma per i deficit dei fattori della
coagulazione e le piastrine in caso di carenza di piastrine).La separazione
dei tre componenti ematici può essere eseguita in due modi: per
centrifugazione: nelle normali donazioni il sangue (circa 450 ml) viene
raccolto in sacche quadruple di plastica speciale e tramite centrifugazione,
vengono separati i quattro componenti principali che sono i globuli rossi,
il plasma, le piastrine e i globuli bianchi che vengono inviati alle industrie
farmaceutiche. Questo è il metodo classico di ottenimento dei tre
componenti che vengono conservati e utilizzati quando servono: le emazie
concentrate a 4°C per 42 giorni, il plasma congelato a - 80° C
per 12 mesi, le piastrine a 20° per cinque giorni. Le piastrine ottenute
in questo modo non sono molte in quanto un paziente emorragico può
avere bisogno di sei/sette sacche al giorno, cioè di sette donatori
al giorno: per questa ragione nacque l'esigenza di poter prelevare, da
un singolo donatore, maggiori quantità di piastrine tramite i separatori
cellulari. Con questi è possibile prelevare un'intera dose terapeutica
di piastrine da un singolo donatore: questa procedura di prelievo è
chiamata "piastrinoaferesi". Lo sviluppo di terapie un tempo non praticate
ha portato al consumo di alcuni emocomponenti in grande quantità:
per esempio, i pazienti sui quali viene praticato il trapianto di midollo
osseo, possono avere necessità di un numero limitato di globuli
rossi ma di grandi quantità di piastrine. Per questa ragione sono
state sviluppate pratiche di prelievo di emocomponenti che, utilizzando
i separatori cellulari, favoriscono la raccolta da singolo donatore di
piastrine e/o di plasma in quantità enormemente superiore a quella
che si ottiene separando una singola unità di sangue di circa 450
ml. In una sacca di piastrine ottenuta in questo modo sono presenti circa
350 miliardi di elementi, mentre in una sacca ottenuta dalla centrifugazione
di una sacca di sangue ce ne sono "solo" 50-60 miliardi: quindi un numero
molto più elevato di piastrine e, soprattutto, ottenute da un singolo
donatore. Questo ci permette di ottenere un emocomponente con un numero
elevato di piastrine tutte ottenute dallo stesso donatore, con una riduzione
dei rischi trasfusionali. La piastrino aferesi si esegue tramite il separatore
cellulare. Questa macchina è costituita essenzialmente da una centrifuga
che separa il sangue prelevato dal braccio del donatore alla velocità
di circa 50 ml al minuto. Il sangue così prelevato viene centrifugato
e separato all'interno di una cintura (camera di separazione) in emazie
concentrate più globuli bianchi e plasma ricco di piastrine. In
una parte della camera di separazione, in cui si dispone il plasma, si
accumulano le piastrine, gli elementi più piccoli e leggeri presenti
nel nostro sangue. Gli elementi cosi raccolti in questa
parte della camera di separazione vengono fatti confluire in una sacca
di raccolta e conservati fino al momento della trasfusione; invece, il
sangue centrifugato impoverito delle piastrine viene di nuovo rimiscelato
e reinfuso al donatore.
Durante la donazione che dura dai 60 ai 90 minuti il donatore rimane
sdraiato su una poltrona; da un braccio, tramite un normale ago da salasso,
viene prelevato il sangue da separare che viene inviato al separatore cellulare;
nell'altro braccio il sangue, privato delle piastrine nel modo descritto,
rientra nel circolo senza creare danni al donatore; durante la procedura
la quantità di sangue prelevata è veramente modesta: solo
130 ml di sangue, quindi un terzo di una normale donazione. I moderni separatori
lavorano con piccolissime quantità di sangue e quindi anche i donatori
che pesano solo 50 Kg non presentano alcun disturbo durante la procedura.
Nel giro di poche ore il nostro midollo riproduce le piastrine prelevate.
Il nostro midollo ha delle potenzialità elevatissime e può
produrre quantità molto maggiori di piastrine di quelle che normalmente
produce, senza danni per l'organismo. Non c'è alcuna possibilità
di infettarsi donando le piastrine perché il sangue viene a contatto
solo con un kit di plastica monouso (un'insieme di sacche e tubicini) che
viene eliminato a fine procedura. Si usa sempre materiale monouso che è
eliminato dopo l'utilizzo. Concludendo, donare le piastrine è facile
come donare il sangue. La diffusione di terapie come il trapianto di midollo
nei leucemici e nei talassemici richiedono oggi un numero sempre maggiore
di questi preziosi emocomponenti.
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